Inventing Anna: la rappresentazione esplicita di un personaggio fa finire Netflix in tribunale

Quella di Anna Sorokin è una storia di truffe, contraffazioni, bugie sconsiderate e reiterazioni in grande stile, una di quelle storie che Netflix non poteva farsi sfuggire; per restare in tema però, non gli è sfuggita neanche una citazione in giudizio per lo show in questione.

Nel febbraio 2022 esce Inventing Anna, una miniserie ideata da Shonda Rhimes e basata appunto sulla vita di una certa Anna Delvey (pseudonimo utilizzato dalla Sorokin per svolgere tranquillamente le sue frodi quotidiane). Apprezzata fin da subito dal pubblico e dalla critica, un po’ meno da Rachel Williams, l’amica/non amica della protagonista che, rappresentata con i suoi veri dati biografici si è vista descritta come una persona “avida, snob, sleale, disonesta, codarda, manipolatrice e opportunista”, insomma, a detta del suo avvocato, come un vero mostro.

Il ruolo ricoperto dalla Williams è cruciale nelle vicende e nell’arresto di Anna, in quanto diviene sua amica prima di scoprire che fosse una truffatrice e fino al momento in cui, anche lei, si trasforma in una vittima dei suoi raggiri. Anna aveva un modus operandi: usufruire di servizi costosi e lussuosi, per poi trovare il modo di “ripagarli” con soldi fraudolenti o, più semplicemente, con addebiti nei confronti di persone a lei vicine, una fra queste è stata proprio Rachel.

La lista degli spostamenti è lunga e costellata di hotel, feste e viaggi sfarzosi, uno di quest’ultimi è stato quello che ha fatto scattare il campanello d’allarme alla sua amica dell’epoca, con un conto di 62.000 $ a spese della povera Rachel. Il viaggio in questione è avvenuto in Marocco, accompagnato dalla Williams, dal suo personal trainer e dal suo operatore video, con l’intenzione di realizzare un “documentario dietro le quinte” sulla nascita della sua fondazione. Partito come un viaggio “tutto compreso” si è trasformato velocemente in un ennesimo specchietto per allodole, dopo che l’albergo a 5 stelle prenotato a Marrakech ha rifiutato la sua carta di credito e il pagamento della fattura è finito a carico di Rachel, chiaramente con la promesse di un repentino rimborso.

Di quei soldi ne sono giunti solo 5.000 $, attirando finalmente l’attenzione dell’amica nei suoi confronti. Dopo questo episodio, infatti, Rachel si è interessata nel sentire altre persone con cui Anna aveva debiti mai ripagati e alle quali aveva raccontato storie diverse sulla sua presunta ricchezza da ereditiera. Una volta che i nodi sono iniziati a venire al pettine, la Williams si è assicurata di allontanarsi dalla sfera personale della Sorokin, arrivando anche a collaborare con il dipartimento di polizia di New York per la sua cattura.

All’interno della serie pare che i fatti siano proprio gli stessi, se non fosse che l’immagine disegnata per Rachel la ritragga come qualcuno che, seppur ingannato, abbia giovato e sfruttato le dinamiche che ruotavano attorno alla protagonista, giungendo anche raccontarle in un articolo su Vanity Fair e in un successivo libro chiamato “My Friend Anna”. Stando alle richieste avanzate nei confronti di Netflix, la Williams richiederebbe alla piattaforma di streaming, un risarcimento, un processo e un’ingiunzione volta a rimuovere alcune parti diffamatorie dalla serie.

In particolare, i suoi rappresentanti premono sulla scelta di aver voluto utilizzare il vero nome, a differenza di altri personaggi che hanno potuto godere di appellativi fittizi. I legali considerano questa decisione di mantenere il reale nominativo e, conseguentemente, di diffondere in massa un’immagine negativa della donna, come una ritorsione personale, causata dall’iniziale volontà della Williams di vendere i diritti dell’intera storia a HBO. “Forse il motivo è che aveva scelto di giocare per la squadra sbagliata”, asserisce l’avvocato; percependo 320,000 $ per la cessione dei suoi diritti a Netflix, Anna ha però deciso di giocare con quella giusta.

Non lo sapeva, ma sarebbe riuscita ad attirare l’attenzione di altri due facoltosi investitori, pronti a finanziarla abbondantemente.

Grazia Battista

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