Un secolo di…Raimondo Vianello (parte I): una vita con Sandra Mondani

Oggi, 7 maggio 2022 Raimondo Vianello, uno dei più grandi e completi artisti dello spettacolo italiano, avrebbe compiuto 100 anni. Innumerevoli, giustamente, sono gli omaggi e le celebrazioni che durante quest’annata si susseguiranno, perché la questione è sempre quella: “i miti vanno ricordati e la loro memoria non va mai dispersa”.

Anche il sottoscritto Domenico Palattella, giornalista, critico cinematografico SNCCI e creatore di questo blog, ritiene indispensabile omaggiare l’artista Vianello, attraverso un piccolo saggio suddiviso in due macro-categorie, seguendo questo preciso ordine tematico e cronologico:

-7 maggio —UNA VITA CON SANDRA MONDAINI—

-13 maggio —I LEGAMI CON UGO TOGNAZZI E WALTER CHIARI—

Perché impostare un omaggio ad un’artista così incisivo, innovato ed indipendente sui due rapporti personali più importanti della sua vita? Perché Raimondo era prima di tutto un uomo, come tutti. E come tutti ha vissuto quei pochissimi incontri leggendari capaci di cambiarti e segnarti la vita. Dal punto di vista anche lavorativo, ma soprattutto personale e privato i legami con la moglie Sandra Mondaini e con gli amici e colleghi Ugo Tognazzi e Walter Chiari, rimangono quelli della “vita”, in mezzo a tanti altri comunque importanti.

Ma procediamo con ordine.

Quando si parla di Raimondo Vianello appare fuori da ogni discussione pensare subito ad un’altra leggendaria attrice quale è Sandra Mondaini, uniti come si diceva un tempo, nella vita e nella morte. Raimondo conobbe, Sandra nel 1958 sul set della commedia teatrale “Sayonara Butterfly”, parodia dell’opera di Puccini. L’amore sboccia subito, lei figlia del pittore Giacinto Mondaini e lui, proveniente da un’antica famiglia nobiliare marchigiana, fanno sognare l’Italia intera, ma il loro è un amore riservato, lontano dai riflettori della vita mondana. Iniziano anche a lavorare insieme, e, tre anni più tardi, sul set di “Scandali al mare”, avviene la fatidica proposta di matrimonio di Raimondo a Sandra, che ovviamente risponde di sì. Si sposano l’anno successivo, il 28 maggio 1962 a Roma. Nozze senza Vip, solo gli amici (Tognazzi è in prima fila e fa il testimone di nozze; è presente anche Walter Chiari e pochi altri), un matrimonio di quelli destinati a durare. E che durerà cinquant’anni, una delle più belle storie d’amore del nostro spettacolo: quando Vianello morirà, nel 2010, straziata dal dolore anche Sandra lo raggiungerà cinque mesi più tardi. E, nel suo solito modo giocoso di vivere la vita, Raimondo, qualche tempo prima di morire ebbe a dire: «Se mi guardo indietro non ho pentimenti. Dovessi ricominciare, farei esattamente tutto quello che ho fatto. Tutto. Mi risposerei anche. Con un’altra, naturalmente». 

Il matrimonio di Sandra e Raimondo: 28 maggio 1962.

La coppia si consolida nel privato e nel mondo dello spettacolo, sia al cinema che in tv. Mettono a punto una insuperabile simmetria recitativa: inventano personaggi e sketch che resteranno nella storia. Dapprima nel cinema degli anni ’60 e poi in televisione. La loro, in coppia, fu una formula vincente, soprattutto nella misura breve, nella descrizione di sarcastici e divertenti episodi di vita coniugale: basti ricordare negli anni ’70 e negli anni ’80, i divertentissimi sketch televisivi, durante i loro programmi, che incollavano davanti allo schermo milioni e milioni di italiani. Ed in fondo anche la serie televisiva di successo “Casa Vianello” degli anni ’90, non erano altro che strutturata in una miriade di episodi di vita coniugale, diviso in puntate da 45 minuti l’una.

Ma prima…ma prima c’è il cinema degli anni ’60, dove Vianello e la Mondaini sono protagonisti di film sempre divertenti, graffianti, pungenti. I due faranno anche qualche bel film da soli, soprattutto Raimondo, che per il cinema ha collezionato ben 80 pellicole interpretate, spesso anche da protagonista. A parte i film con Tognazzi e qualche gustoso western comico con Chiari e Buzzanca, Vianello è splendido ad esempio in Il vostro super agente Flit (1967), simpatica parodia dei film di James Bond, il quale si appoggia totalmente sulla sua scatenata interpretazione. Non si può dimenticarlo tanto facilmente, infatti, nei panni di un agente segreto imbranato, ma ricco di inventive surreali, che spiazzano perfino lo spettatore. E ancora meglio fa in 7 volte 7, due anni dopo. Un film utile ad evidenziare le capacità fuori dal comune di un Vianello, utilizzato forse per la prima ed unica volta in un tipo di cinema diverso. Questo film infatti, efficiente derivato della formula dei Sette uomini d’oro, è una pellicola dal grosso respiro internazionale. Andò bene in Italia, ma andò benissimo all’estero, in Inghilterra soprattutto, proprio dove fu effettivamente girato e ambientato. E’ la storia di 6 ladri, che hanno preparato un colpo perfetto: scappare di prigione mentre si disputa la finale di Coppa d’Inghilterra e introdursi nella zecca di Stato per stampare sterline vere e ritornare in cella prima del termine della partita, il tutto per crearsi l’alibi perfetto. Il successo della pellicola è data dall’internazionalizzazione della vicenda, che calca meno i toni della commedia all’italiana per virare verso una maggiore vena di spettacolarità e azione, seguendo i canoni del cinema inglese di quegli anni. Accanto a Vianello, attori del calibro di Gastone Moschin, Lionel Stander e Gordon Mitchell.

Il cinema di Sandra e Raimondo.

Gli anni ’60 sono quelli in cui la scoperta fatta da Blasetti, arriva al massimo splendore. Il genere dei film a episodi, inserito nella commedia all’italiana dà vita ad una serie di pellicole divertenti e spensierate, in grado di rappresentare i vizi e le virtù dell’italiano medio del boom economico. Tra i re del genere, si inserisce deliziosamente, la figura di Raimondo Vianello, spessissimo in coppia con l’amata Sandra. Sia pur inserito nel contesto di un cinema popolare, ma di successo, Vianello nel solo decennio dei ’60 interpreta l’incredibile numero di sessantaquattro pellicole, record praticamente imbattibile. Si specializza nel genere della commedia all’italiana ad episodi. In tale filone Vianello interpreta ben 23 pellicole, diventando uno dei massimi specialisti del genere. Buona parte di questi sono interpretati con Sandra, ed è da qui che hanno inizio i loro sketch matrimoniali fatti di piccole diatribe coniugali che tanto avranno successo negli anni a venire. Diretti da registi importanti come Marino Girolami, Steno o Mario Mattoli, Sandra e Raimondo danno il meglio di sè, nel genere ad episodi: lui con quel suo umorismo raffinato e un pizzico “all’inglese”; lei con quel sarcasmo puntiglioso e quell’umorismo pungente che è stata la cifra stilistica della sua comicità. Di certo in Raimondo, avrà giovato e non poco, l’esperienza maturata con “Un, due, tre”; in Sandra quella accanto ad un mito della rivista come Macario; ma quello del cortometraggio, rimane un esercizio interpretativo anche più complesso rispetto al film lungo. Nella misura breve del cortometraggio, mancano infatti, i tempi morti, e perciò lo svolgimento del film, e la comicità, devono essere di effetto immediato. E il fatto che, Vianello e la Mondaini siano stati dichiarati da autorevoli critici cinematografici e televisivi, come “Il re e la regina dello sketch”, testimoniano la grande classe interpretativa di entrambi, soprattutto di Raimondo che era innanzitutto un comico di eccelso livello.

La grandezza poi, di tanti cortometraggi del cinema italiano, inseriti nel contesto di un film lungo, è che ognuno di questi conserva una propria autonomia, nel senso che possono essere visti e analizzati singolarmente, avulsi dal film lungo di riferimento. Così, si possono scoprire cortometraggi eccelsi, per ritmo e per ricchezza delle trovate comiche: piccoli gioiellini, spesso poco conosciuti. Il loro sodalizio artistico nel genere ha avvio con Caccia al marito. Siamo precisamente nel 1960 e i due sono già fidanzati da due anni. Il film è simpatico, sciocchino, allegro, come tante similari pellicole “balneari” che andavano di moda all’epoca. Sandra è protagonista insieme a Lorella De Luca, Valeria Fabrizi e Ingrid Simon; Raimondo è invece un mite ragioniere spasimante proprio di Sandra. Per la verità quello stesso anno Raimondo e Sandra girano anche Le Olimpiadi dei mariti, accanto ad Ugo Tognazzi e Delia Scala, divertente e scanzonata commedia di quando Vianello e Tognazzi facevano ancora coppia fissa. Seguono Ferragosto in bikini(1960), Bellezze sulla spiaggia (1961) e soprattutto Scandali al mare (1961), dove Sandra interpreta la moglie del portiere di un albergo di lusso, che è proprio Raimondo, il quale è preda proprio della morbosa gelosia della consorte. Ci sarà il lieto fine, ma il film è importante soprattutto per altri motivi. E’ il primo dove più compiutamente i due mettono a punto definitivamente quel che sarà il carattere identificativo dei loro sketch, ovvero la descrizione di sarcastici e divertenti episodi di vita coniugale; ma soprattutto perché Raimondo chiede a Sandra di sposarlo. Dopo questi film ad episodi intrecciati, viene il periodo dei cortometraggi che vedono l’esclusivo protagonismo della coppia, inseriti all’interno di un film corale. E’ l’arco di tempo che va dal 1962 al 1968, ed è per entrambi un periodo frenetico: anche la stessa Sandra prende parte a film da solista. Particolarmente bello, perché inserito in una commedia giallo-comica dalle tinte noir, è Cadavere per signora (1964), un film dove la Mondaini divide la scena con Sylva Koscina, Rosalba Neri e Scilla Gabel, in una pellicola tutta al femminile. E’ la storia di 4 ragazze implicate in uno strano omicidio, quando scoprono il cadavere di un misterioso ricattatore di una di loro. Indagheranno da sé cercando di occultarne il cadavere. Succederanno equivoci a non finire, compreso l’arrivo dei rispettivi mariti e fidanzati nella villa del crimine.

 

Arriva il 1962, l’anno in cui Vianello inizia quella stagione da “primo attore” nel genere ad episodi. La costante dei cortometraggi interpretati da Vianello all’epoca è quella che scherza con i vizi dell’italiano medio (spesso l’amore, le donne, il sesso in una accezione da oratorio), al quale ci sono da aggiungere divertenti annotazioni sarcastiche sugli episodi di vita coniugale, che Vianello e la Mondaini porteranno al massimo compimento nella serie televisiva “Casa Vianello”. Dunque, Vianello, si inserisce in quello che è il filone della commedia all’italiana, e lo arricchisce con il suo umorismo raffinato e graffiante. I risultati migliori, quelli più sfavillanti li ottiene in coppia con l’amata Sandra. La prima di queste pellicole è L’auto-garconniere, dal film corale Gli italiani e le donne. Quì si racconta la storia di un marito (Raimondo Vianello), che tenta di tradire la propria moglie (Sandra Mondaini) in automobile, ma viene derubato di tutto. Dopo esilaranti avventure, tra cui un ritorno a casa, all’alba, praticamente in mutande, verrà immancabilmente scoperto, subendo la vendetta della moglie che lo farà arrestare per un malinteso. Davvero esilaranti le vicissitudini quasi “pre-fantozziane” di Vianello, ormai totalmente a proprio agio nella misura breve; arricchita dalla vis-comica di Sandra, dolce e vendicativa allo stesso tempo.

L’anno successivo la coppia è al cinema con ben tre pellicole, tutte dirette da Marino Girolami (Le motorizzate, Siamo tutti pomicioni e La donna degli altri è sempre più bella), in cui hanno modo di affinare il loro affiatamento artistico.

In Un investimento sicuro, da Le motorizzate, Raimondo cerca di inscenare con l’aiuto di Sandra e di Billi, un finto incidente automobilistico per intascare i soldi dell’assicurazione, ma finirà all’ospedale. Tentativo riuscito di sorridere dei difetti degli italiani, stavolta prendendo di mira il tema della donna al volante. Accanto a Sandra e Raimondo, c’è Riccardo Billi, che qui fa da spalla ai due mattatori.

In Il piazzista, da Siamo tutti pomicioni, viene preso di mira il gallismo del maschio italico, e Vianello è straordinario, nella parte del marito che viene sorpreso dalla moglie (Sandra Mondaini) in compagnia della propria amante. In suo aiuto accorre un piazzista di elettrodomestici (Gino Bramieri)  il quale, in cambio dell’aiuto, lo ricatta fino a costringerlo ad acquistargli tutto il campionario. Un trio di assi della risata davvero ben affiatato. Ritmo da pochade francese: ci si diverte con classe.

Infine c’è La natura vergine, da La donna degli altri è sempre più bella, quello che, cinematograficamente parlando, è forse il miglior sketch interpretato in coppia da Sandra e Raimondo. Spassosissimo corto in cui Vianello si ingegna per allontanare la moglie perchè ha scoperto un campo di nudiste vicino la loro roulotte. Quando ci riesce però, i nudisti avranno dato il cambio alle nudiste. Si ride davvero tanto, continuando a scherzare sul gallismo del maschio italico, con un Vianello sempre prodromo delle avventure fantozziane di Villaggio o dei tentativi di avventure extraconiugali alla Banfi anni ’80, sempre immancabilmente naufragate.

Nel 1964, Raimondo e Sandra, prendono parte insieme soltanto ad un episodio, peraltro davvero mini, ovvero quello tratto dal film corale I maniaci, dal titolo I consigli. Qui Sandra non smette di ossessionare il proprio consorte, ovvero Raimondo, mentre guida l’automobile. In questo breve episodio, della durata di soli tre minuti, è ben visibile quel tratto “petulante” di Sandra, che per esempio troverà pieno compimento in Casa Vianello, nel tormentone finale del letto, rimasto nella memoria collettiva. Dato che la figura di Raimondo, nell’ambito della commedia all’italiana ad episodi è tra le più importanti, approfittiamo e citiamo almeno altri tre episodi, senza Sandra, nei quali il suo humor all’inglese e a tratti sarcastico fuoriesce in maniera più incisiva. Tralasciando però quell’Amore all’italiana, splendido lavoro multi-episodico, che analizzeremo nella parte dedicata all’accoppiata Chiari-Vianello.

In L’armadio, tratto da Le tardone (1964), si narra la storia di un industriale (Luigi Pavese) che, per divorziare dalla moglie, convince un suo dipendente (Raimondo Vianello) a farsi passare per l’amante della consorte (Lina Vologhi), nascondensosi nell’ampio armadio della stanza da letto. Quell’armadio però risulterà piuttosto affollato, riservando a tutti più di una sorpresa. Risate a volontà per quello che è uno dei cortometraggi più spassosi della commedia all’italiana degli anni ‘60. Le scene dentro un bizzarro armadio abitabile, dove alla fine si ritroveranno in quattro, compreso Vianello, sono da antologia della risata. Il tutto condito dall’espressione quasi imperturbabile dello stesso Raimondo e dalla caratterizzazione di Umberto D’Orsi, che dichiara ad un allibito Vianello ”sono qui dentro l’armadio da 4 giorni, ma mi ci trovo bene”.

In Come conquistare le donne, tratto da Veneri al sole (1965), troviamo un ricco industriale (Luigi Pavese), che vorrebbe aiutare il proprio figlio (Vianello) a superare una morbosa timidezza con le donne. Ogni tentativo risulterà vano, ma ci penserà una bella infermierina (Pier Paola Bucchi) a far scoppiare la scintilla. L’episodio è un assolo a due, tra la comicità “distruttiva” di Vianello e la classe di Luigi Pavese, spalla di tutti i più grandi comici, da Totò a Renato Rascel, da Peppino De Filippo a Aldo Fabrizi. Ci si diverte con molto gusto, per un corto, che per la verità, superando la fatidica durata di 30 minuti, è addirittura un mediometraggio a tutti gli effetti.

Infine va segnalato anche Divorzio italo-americano, tratto da Amore facile (1964), gustoso episodio intriso di un black humor, al quale Vianello dà sapore e intrigo. E’ la storia di un professore spiantato ( Vianello) che viene assunto da una turista americana ( Steele) perchè lo aiuti ad eliminare il marito ( Scaccia), ma i risultati non sono quelli aspettati: morirà lei, accidentalmente. 

Nel capitolo dedicato alla coppia Chiari-Vianello, si parlerà del fatto che Raimondo a partire dal 1968 valuterà seriamente l’idea di abbandonare il cinema, deluso dalla deriva “morale” che la comicità stava portando via con sé. Per lui e per Sandra c’era però la televisione, molto attiva, molto fresca, molto creativa, il luogo migliore per permettere alla coppia di esprimere quelle idee innovative, dissacranti e raffinate che saranno alla base dello straordinario successo della coppia nel piccolo schermo.

La televisione con Sandra: l’innovazione televisiva della coppia Vianello-Mondaini (1969-1981).

Nel 1969 a Raimondo venne affidata la conduzione del più importante programma televisivo di quegli anni, condusse infatti, con Johnny Dorelli il varietà musicale Rai del sabato sera Canzonissima. In realtà Raimondo doveva partecipare come ospite per qualche puntata, ma poi divenne co-conduttore di Dorelli, in seguito all’enorme successo che riscosse la sua presenza. A coadiuvare i due conduttori c’erano anche le gemelle Alice ed Ellen Kessler. Dagli anni ’70, invece Vianello fa presenza fissa con la moglie Sandra Mondaini. I due coniugi, nel decennio, hanno partecipato a diversi varietà trasmessi dalla RAI che ebbero grande successo. Il primo dei programmi insieme è Sai che ti dico?, del 1972. Il varietà venne trasmesso in sette puntate dall’8 gennaio al 19 febbraio 1972; andava in onda il sabato sul programma nazionale ed era condotto da Raimondo Vianello, Sandra Mondaini, Iva Zanicchi e Minnie Minoprio. Vianello era l’autore insieme a Scarnicci, già collaboratore ai tempi di Un, due, tre. Ogni puntata dello spettacolo era dedicata ad un tema specifico (per es. l’ecologia), che veniva trattato in modo scherzoso. Il programma era basato su sketch comici ( affidati a Raimondo e Sandra), musiche e canzoni (affidate a Iva Zanicchi), nonché balletti interpretati dalla Minoprio. La svolta avvenne però nel 1974, con Tante scuse, quando ancora una volta a Sandra e Raimondo era stata affidata la conduzione del sabato sera, e per la prima volta soltanto a loro due. Fu il trionfo. Il programma, che ebbe un successo inaspettato, era basato essenzialmente sui numeri comici del duo Vianello-Mondaini, spalleggiati da Enzo Liberti che interpretava la parte del capoclaque sempre in disaccordo col “sor Vianello”, così come lo chiamava lui. Si trattava di scenette divertenti e sempre intelligenti. Non era facile proporre uno spettacolo di varietà con ingredienti nuovi rispetto a quelli utilizzati nei vent’anni di televisione fino ad allora passati. Così, si pensò di richiamare l’attenzione del pubblico su quello che avveniva dietro le quinte, prima dopo e durante la registrazione di uno show. Le scuse del titolo venivano rivolte ai telespettatori proprio per i (finti) imprevisti nei quali rimanevano coinvolti i protagonisti. Lo spettacolo era completato da un ospite canoro; dalle canzoni dei Ricchi e Poveri – presenza fissa della trasmissione che, occasionalmente, partecipava agli sketch della coppia – e dal balletto di Sandra. 

Visto il successo ottenuto, l’anno dopo si ripeté l’esperienza con una seconda edizione dello show, dal titolo Di nuovo tante scuse, in cui venne riconfermato l’intero cast. Nel 1977 la coppia Mondaini-Vianello tornò in tv con lo spettacolo Noi…no! , il primo programma a colori della storia della televisione italiana, andato in onda il sabato sera sul primo canale della Rai. Caratteristica della trasmissione era la curiosa trovata registica, che consisteva nell’alternare alle riprese a colori del varietà vero e proprio, intermezzi in bianco e nero, nei quali Raimondo Vianello intendeva proporre momenti “impegnati”, nei quali coinvolgeva il capoclaque Enzo Liberti, il barista Massimo Giuliani e l’assistente Tonino Micheluzzi. Gli episodi di vita coniugale di Sandra e Raimondo, continuano ad essere l’elemento essenziale del successo della trasmissione. Ma c’è qualcosa che è rimasta nella storia della televisione e nella memoria collettiva del nostro paese. Strepitosa, davvero strepitosa è la sigla finale sceneggiata, della trasmissione, quando -accompagnati dalla canzone Ma quant’è forte Tarzan interpretata dalla Mondaini – Raimondo e Sandra proponevano una parodia di Tarzan: Sandra impersonava la ragazza in pericolo prigioniera dei malvagi esploratori bianchi, mentre Raimondo impersonava un biondissimo uomo della giungla. Le trovate comiche, come l’atterraggio sui cactus e delle terribili capocciate sugli alberi, che preludevano all’urlo di Tarzan che era in realtà un “Ahiaaaa!” di dolore, culminavano poi nel finale, diverso in ogni puntata. Nel 1979, dato il successo della coppia, ai coniugi Vianello venne affidata la Lotteria di Capodanno, con la trasmissione Io e la befana, nel quale debuttano Gigi Sammarchi e Andrea Roncato. Invece al 1981 risale il loro ultimo show del sabato sera in Rai, dal titolo Stasera niente di nuovo, con la partecipazione di Heather Parisi, Gianni Agus ed Enzo Liberti.

Ugo Tognazzi fu il testimone di nozze del matrimonio tra Sandra e Raimondo.

Il grande successo nella televisione commerciale (1982-2008)

Nel 1982, sempre insieme a Sandra, fu tra i primissimi artisti di grande popolarità a lasciare la RAI per approdare sul neonato network televisivo privato della Fininvest, con lo show Attenti a noi due, in onda su Canale 5 in cui i due coniugi erano protagonisti con la partecipazione di Al Bano, Romina Power, i Ricchi e Poveri e la soubrette italo-francese Trixie Revelli, cui faranno seguito diversi altri spettacoli di intrattenimento tra cui Attenti a noi due 2 nel 1983, e Sandra e Raimondo Show del 1987. Il programma si presentava come uno sfarzoso varietà del sabato sera che richiamava le atmosfere americane. La trasmissione era caratterizzata, come tutti i varietà degli anni ottanta, da grandi balletti, ospiti importanti, rubriche e quiz, uniti alla verve comica dei Vianello.

L’anno successivo, nel 1988, ha invece inizio la sit-com più famosa e longeva della televisione italiana, Casa Vianello. 16 stagioni per un totale di 343 episodi: un successo senza precedenti. Trasmessa sulle reti mediaset, ininterrottamente dal 1988 al 2007, per un totale di 343 episodi, la sit-com è ambientata nell’immaginario appartamento dei coniugi Vianello, che interpretano se stessi. La serie ha sempre riscosso un grande successo di pubblico, secondo i dati Auditel, raggiungeva in media anche i 6 milioni di spettatori, e viene riproposta ancora oggi. La serie, in pratica, perfeziona quei sarcastici e divertenti episodi di vita coniugale, utilizzati dalla coppia fin dai film a episodi degli anni ’60. La trama si incentra sulla vita quotidiana dei coniugi Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, i loro battibecchi e le loro iniziative, sempre portate avanti in maniera maldestra all’insegna di equivoci e doppi sensi. Ogni episodio narra una di tali bizzarre iniziative; essa fallisce sempre miseramente e termina sempre con una tragicomica conseguenza: una rissa condita di botte e insulti, una bruttissima figura con gli ospiti, essere arrestati dalla Polizia, scoprirsi truffati o tante altre. La conclusione di ogni episodio è celeberrima, ed è entrata nell’immaginario collettivo degli italiani: nel letto matrimoniale Sandra si lamenta con Raimondo della sua vita, a suo giudizio troppo grama, noiosa e piatta, lamenta che non succeda mai niente nonostante la spiacevole e concitata conclusione della giornata, ripete più volte la storica battuta «Che noia, che barba, che barba, che noia», poi dà la buonanotte al marito in modo sarcastico, si corica e scalcia nervosamente sotto le coperte, mentre Raimondo, senza dire una parola e impassibile, tranne che in alcuni sguardi, continua imperturbabile a leggere La Gazzetta dello Sport. Leit motiv della serie, è un pò quello che succedeva negli sketch degli anni ’60: i tentativi di adulterio di Raimondo, che sono sempre sventati dalla moglie Sandra. Sullo stesso schema anche gli spin-off di Casa Vianello, ovvero Cascina Vianello (1996/98), dove la coppia si cimenta in un’insolita attività di investigazione per scoprire gli autori di delitti o furti, ma sempre in chiave umoristica; e Crociera Vianello (2008), che è il loro ultimissimo lavoro.

Dunque, Raimondo e Sandra, indubbiamente tra gli artisti più importanti dello spettacolo italiano, vennero insigniti dell’onoreficenza di Grand’Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, il 26 giugno 1996 su iniziativa dell’allora Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro. Due artisti esemplari, umani e disponibili. Al di là del cinema e dello spettacolo un esempio concreto per tutte le generazioni, di come un rapporto d’amore possa durare per una vita intera.

Domenico Palattella

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