Le “spalle” di Totò: Carlo Croccolo

Carlo Croccolo con Totò nel film "47 morto che parla" e la famosa scena del  cavallo - La Stampa

Questa breve rubrica, della durata di tre puntate, ha lo scopo di ricordare e omaggiare tre bravissimi artisti che nella loro lunga carriera ebbero la fortuna ma anche il merito di contribuire al successo del più grande comico italiano di tutti i tempi, il principe Antonio De Curtis, in arte Totò.

Stiamo parlando di Carlo Croccolo, Luigi Pavese e Mario Castellani.

Sia chiaro che l’espressione “spalla di lusso” non intende assolutamente sminuire il valore artistico dei tre uomini in questione, ma solo differenziarli da coloro che, nel dividere la scena con Totò, assursero a tutti gli effetti alla posizione di comprimari (Aldo Fabrizi, Nino Taranto e Peppino De Filippo). Un’ulteriore precisazione è d’obbligo: la scelta di Croccolo/Pavese/Castellani e non di altri meritevoli attori è dovuta anche al considerevole numero dei film che essi girarono con Totò.

Una vita tutt’altro che ordinaria e tranquilla. Due mogli, due figlie, doppia cittadinanza, italiana e canadese, oltre cento film girati da attore, due da regista, molti da doppiatore, decine e decine di rappresentazioni teatrali. Signore e signori, ecco a voi Carlo Croccolo.

La sua carriera artistica comincia nel 1950 con la partecipazione a una trasmissione radiofonica di Garinei e Giovannini, dal titolo La Bisarca: in questa circostanza Croccolo presta la voce al figlio di Noè. Il 1950 è anche l’anno del primo incontro con il principe Antonio De Curtis, in arte Totò. È Mario Mattoli, che lo ha diretto ne I Cadetti di Guascogna, a condurlo in casa di Totò, al quartiere Parioli. Il principe lo sottopone a un piccolo provino che si conclude positivamente. Davvero singolare il congedo: “La faccia di fesso ce l’hai! Vediamo anche se la sai usare e soprattutto se sei bravo…”.

Nel primo film girato col De Curtis, Totò Tarzan, Croccolo veste i panni di uno sposino in viaggio di nozze. Il successivo, Totò sceicco, ottiene un grande successo di pubblico. Le cronache dell’epoca narrano che alcuni spettatori, usciti dalla sala, salutandosi, vanno ripetendo un’azzeccatissima battuta che Totò nel film rivolge al cameriere (Croccolo): “Birra e salsicce!”. Ma il salto di qualità arriva con 47 morto che parla, con la creazione, da parte di Bragaglia (il regista del film) di un personaggio su misura per Croccolo, Contrano il maggiordomo: qui, in un’intensa gag della durata di ben sette minuti, il Nostro riesce a tenere testa a Totò!

Carlo Croccolo e Totò in un estratto del film 47 Morto che parla (1950)

 Tra i due nasce una profonda amicizia, come testimonia Carlo in un’intervista rilasciata al sottoscritto qualche anno fa, poco prima della morte, avvenuta nel 2019: “Mi considerava un figlio, anche se era molto severo. Si son dette molte stupidaggini e bugie su Totò, alcune gratuite, altre a fin di bene. Molti hanno sostenuto che fosse affabile e benevolo con i giovani e i principianti. Questa è un’altra bugia! Totò pretendeva di lavorare solo con i professionisti, non sopportava i principianti. Posso raccontare un aneddoto che sintetizza il tutto. Quando girammo Totò lascia e raddoppia, spesso veniva con il suo fedele autista a prendermi e facevamo il percorso insieme fino a Cinecittà discorrendo piacevolmente”.

Nel 1954 Mario Mattoli lo vuole fortemente nel cast di Miseria e nobiltà, l’ultimo dei tre omaggi che Mattoli e Totò realizzano per commemorare Eduardo Scarpetta a cento anni dalla nascita. Qui Croccolo che interpreta Luigino, il figlio del cuoco, caratterizza il personaggio con una marcata erre moscia.

Il 1956 è la volta di Totò lascia o raddoppia. Anche qui Croccolo interpreta il ruolo di domestico, maggiordomo, accompagnatore e tuttofare del principe De Curtis. Gli osservatori più attenti avranno notato la scena in cui Croccolo, rinchiuso nell’armadio, scoppia a ridere con la bocca contorta da un solo lato, credendo che la telecamera non lo riprenda. Il motivo della risata è una battuta di Totò fuori copione: “Questa non è una domanda pertinente, è impertinente!”.

Nell’anno successivo, il 1957, Croccolo doppia il De Curtis ne La legge è legge, in lingua francese. Avendo ormai perso la vista, il principe, per il doppiaggio negli esterni, chiede espressamente Carlo. “Negli interni c’era la presa diretta e lui era perfetto, poi però dovevo intervenire io”, spiega Carlo nella già menzionata intervista. E aggiunge: “Hai il mio stesso timbro di voce e conosci i miei tempi, mi diceva. Praticamente gli prestai la voce. Totò non voleva uno che lo imitasse, Totò voleva uno con lo stesso timbro di voce”.

Nel 1960, durante le riprese di Signori si nasce (l’ultimo lungometraggio che i due girano insieme) di Mattoli, restando in tema di improvvisazioni, Croccolo si prende la rivincita su Totò. Nel copione non è previsto che il maggiordomo (Croccolo) getti la mortadella nel piatto del barone Zazà (Totò) in quel modo. Ancora Carlo al sottoscritto: “Fu una mia idea del momento. Totò, al primo ciak, rise di gusto, fu sorpreso da quella geniale trovata, poi da abilissimo attore qual era continuò il gioco minacciando di gettarmi in faccia il piatto con tutta la mortadella”.

È morto Carlo Croccolo, alter ego di Totò - la Repubblica

Ciro Borrelli

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: