
Immaginate la Roma luminosa e scintillante degli ultimi deliziosi anni ’50. Una Roma, che si era ripresa lo scettro del mondo, che qualche anno dopo avrebbe ospitato le sue prime ( e finora uniche) Olimpiadi Estive. Una Roma in cui era davvero possibile tutto. Anche vedere la più grande attrice di Hollywood, Ava Gardner, amoreggiare con l’attore più latin lover di Cinecittà, ovvero Walter Chiari. Amori fra star americane e attori italiani – come quello fra Vittorio Gassman e Shelley Winters – si erano già visti, non era certo qualcosa di inusuale, ma quello tra Walter Chiari e Ava Gardner ha raggiunto contorni di risvolto sociale davvero considerevole.
Come ha sempre ricordato Federico Fellini, fu proprio la rabbia di Walter verso i paparazzi, presi a cazzotti per gli appostamenti senza tregua alla coppia che si appostavano ovunque per fotografarli, ad ispirargli il suo leggendario La Dolce Vita. Era una foto del 1957, nella quale un secondo paparazzo fu pronto, dall’altro lato della strada ad immortalare Walter Chiari che inseguiva furibondo Tazio Secchiaroli, tra i tavolini ‘dehor’ di Via Veneto. Una foto che ha fatto il giro del mondo e che ha contribuito al mito della Roma della Dolce Vita.
Ma come si conobbero questi due grandi ed immortali divi?
Nel 1954 Ava Gardner all’apice della sua carriera, vive la fine del suo logorante e tumultuoso matrimonio con Frank Sinatra, che si trascina fra alcool e soprusi, convincendo l’attrice a fuggire in Spagna. Dove, si sfoga con un breve flirt con il torero playboy Luis Miguel Dominguìn, il futuro marito di Lucia Bosè. Quest’ultima storica compagna di Walter Chiari, proprio fino al 1954.
Walter Chiari è invece uno degli attori giovani più prolifici del nostro cinema, sciupafemmine di dimensioni epiche, finisce sempre paparazzato per i suoi flirt con celebrità molto più famose. Da Elsa Martinelli alla principessa Maria Gabriella di Savoia fino appunto a Lucia Bosè, con la quale resterà fidanzato per alcuni anni.
L’incontro avviene a Roma, dove Ava nel frattempo ha terminato le riprese del più bel film della sua carriera, La contessa scalza di Joseph L. Mankiewicz. Quando la produzione organizza un cocktail per l’uscita del film, Walter è tra gli invitati. Nei ricordi dell’attore fu la donna a prendere l’iniziativa, chiedendo ad alcuni amici comuni chi fosse quel baldo giovane dalla parlantina facile.
I due passano la serata a raccontarsi le reciproche vite. Nemmeno se ne accorgono quando l’amore scoppia – a “informarli” sono i rotocalchi dell’epoca, su cui quasi quotidianamente vengono pubblicate le loro scorribande. Mentre i rispettivi ex – Lucia Bosè e il torero Dominguìn – convolano altrove a nozze.

Walter e Ava diventano così la coppia più assediata d’Italia. Si inseguono fra un set e l’altro in giro per il mondo, daltronde Walter aveva forte padronanza anche della lingua inglese, per cui non troverà problemi anche a lavorare in film in lingua straniera. Anche Ava si ambienta nella colorata Italia di quegli anni. Walter la porta addirittura in Puglia, quando quest’ultima era ancora fuori da tutte le rotte turistiche attuali. Nell’estate del 1955 sono certamente ad Andria, in Puglia, dove Ava conosce i genitori di Walter. “La diva americana nel profondo sud”, titolava un giornale molto in voga all’epoca. Un fidanzamento quasi d’altri tempi insomma visto che anche Ava lo trascina anch’essa dalle sue parti, nel Nord Carolina per fargli vedere i luoghi della sua infanzia. I due poi si ritrovano anche sullo stesso set: quello della commedia La capannina, film del 1957 con David Niven – girato in parte negli studi di Cinecittà. Dove Walter interpreta un improbabile indigeno che seduce la splendida fra spiagge cristalline e collane di fiori.
Innamoratissima, Ava segue Walter ovunque – e per oltre un anno gira insieme a lui l’Italia per le repliche dello spettacolo Il gufo e la gattina – che Chiari porta con successo in tutti i teatri; e anche sui set dei suoi tanti film, poichè Walter ha sempre recitato in non meno di 5/6 pellicole l’anno. Per la diva, questi squarci di vita italiana sono come un balsamo che la fanno sentire una donna qualunque accanto al suo uomo, e non la diva americana tenuta sul piedistallo.
L’idillio però non ha vita lunga. d’altronde Walter non è mai stato quel che si dice, così tanto avvezzo al motto di “una donna sola tutta la vita”; e Ava soffriva sovente di turbe mentali, che la portavano sovente a numerosi eccessi alcolici, nevrosi ed una strana inquietudine che l’attrice si trascinò tutta la vita. Scioccamente, molti giornali riportano che la fine della liason sia stata causata da una serata ad alto contenuto alcolico in cui il comico – anche grande imitatore – scimmiotta l’ex marito Sinatra. Le cronache dell’epoca riportano un’Ava furiosa che lascia il tavolo e prende il primo volo per gli Stati Uniti. Ma la realtà è quella di sopra. Quella di un Walter, che pur avendo tanto amato Ava, aveva una indole non incline alla fedeltà ad ogni costo; e un’Ava piena di insicurezze.
Così il legame terminò nel 1958, e ,mentre per la Gardner arriva un’inarrestabile parabola discendente; Walter al contrario, aggiunge al teatro e al cinema, anche il grande successo televisivo, confermandosi un talento ineguagliabile dello spettacolo italiano. Non mancheranno tanti flirt, presunti o reali, come quello con Mina e con la futura moglie Alida Chelli. Quando Ava muore nel 1990, per Walter (che scomparirà l’anno dopo) scatta il rimpianto di non essere riuscito a tornare in quel paesino del North Carolina, per dare l’ultimo saluto alla sua amata.
Perché anche se terminata, quella storia d’amore, fu probabilmente la più sentita per un uomo tanto “pazzo” che sapeva davvero amare e che visse la propria vita a mille all’ora. E anche se è stato tanto maltrattato anche in vita Walter rimane l’uomo che ha ispirato la Dolce Vita e quello che più ha incarnato vizi e difetti reali dell’Italia mondana degli anni ’50 e ’60. Si può azzardare che al cinema, senza l’apporto dell’uomo Walter Chiari, più che dell’attore, non ci sarebbe stato quel fenomeno sociale che legò la Dolce Vita reale a quella filtrata del Cinema, culminata poi nella luminosa commedia all’italiana.

Domenico Palattella
Una opinione su "Walter Chiari e Ava Gardner: la relazione che ispirò “La Dolce Vita”"