Lando Buzzanca e la commedia erotica

A partire dalla seconda metà degli anni ’60 è doveroso fare i conti con un’altra branca della commedia all’italiana, quella che ha a che fare con l’erotismo. In questa sottocategoria della commedia si specializzò, almeno negli anni a cavallo tra i ’60 e i ’70, la figura del siciliano Lando Buzzanca. La scelta di questo attore appare ovvia, in seguito al successo “commerciale” della Sicilia arcaica, ancora ancorata a desuete tradizioni antiche, descritta da Pietro Germi in capolavori già citati come Divorzio all’italiana e Sedotta e abbandonata.         

               Buzzanca era dunque sufficientemente adeguato a rappresentare le pulsioni sessuali riferibili comunque non solo al ristretto ambito siciliano, ma a tutto il territorio nazionale. Fu così che Buzzanca, si fece un nome da primo attore, puntando molto sul suo aspetto fisico “buffo”, elemento molto tipico nella storia della comicità. Esasperò quindi, il grottesco della sua maschera utilizzando una mimica facciale molto accentuata: fisicamente molto più caratterizzato dei “Mostri” della commedia all’italiana, si propose insomma come una parodia marionettistica del maschio meridionale, con titoli di successo come Quando le donne avevano la coda e Operazione San Pietro, quest’ultimo parodia dichiarata, fin dal titolo, di Operazione San Gennaro, portato al successo dalla ditta Risi-Manfredi, nel 1966. Proprio in questi anni a cavallo dei due decenni Buzzanca raggiunge l’apice della propria carriera, con film che incassano stabilmente tra il miliardo e mezzo e i due al botteghino. Di seguito, rapida carrellata sui film che hanno consegnato alla storia l’attore siciliano. In Homo ereticus, di Marco Vicario (due miliardo e trecento milioni di incassi) Buzzanca è un siciliano superdotato sessualmente, che viene assunto al nord-Italia da un industriale guardone e qui ha parecchie disavventure erotico- sessuali che coinvolgono anche la sua bella moglie. Poi vi è Il merlo maschio, di Pasquale Festa Campanile, in cui Buzzanca è un violoncellista di fila all’Arena di Verona. Soggiogato spesso nella vita, trova un motivo di rivalsa quando si accorge che la moglie (Laura Antonelli), possiede doti erotiche fuori dal comune. Decide di fotografarla di nascosto, mostra le foto in pubblico, e arriva ad esibirla nuda davanti a migliaia di spettatori nell’Arena, finendo infine in manicomio.

             In ultimo va citato almeno L’uccello migratore, di Steno, per quello che è forse il suo miglior film. Qui Buzzanca interpreta un professore siciliano trasferito a Roma, che dovrà vedersela con i primi pruriti erotici di allieve infoiate e contro l’accusa di una collega ninfomane.

Domenico Palattella

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