Tina Pica: da caratterista di “lusso” a prima attrice sul “campo”

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“Saranno passati 50 anni, poi ne passeranno 100, ma TINA PICA sarà sempre parte del nostro repertorio, di bellezza e di allegria”                                                                        (Giobbe Covatta)

Classe 1884, napoletana verace, Tina Pica dopo poche partecipazioni secondarie nel cinema degli anni ’30 e ’40, scala le vette del cinema italiano, a partire dal secondo dopoguerra, esattamente nella prima metà degli anni ’50. Grazie ad alcuni ruoli indovinatissimi, saporitamente conditi dal suo umorismo corrosivo e sagace, assurge ad una notorietà insperata. Già dal personaggio di Rosalia, la domestica di Titina e di Eduardo De Filippo in Filumena Marturano (1951), definisce i contorni di quelle che saranno le caratterizzazioni più riuscite e più personali degli anni a venire. Nel 1952 Tina Pica mette a punto due personaggi, nel film Marito e moglie, un film diviso in due episodi, sempre al fianco di Eduardo e di Titina De Filippo. In uno di essi, con un ruolo di primo piano, cui aderisce perfettamente, è una moglie avida e avara che costringe il marito, paralizzato a letto, a covare le uova; in un altro, quasi un bozzetto, è la sorella zitella di un uomo dalla vita piatta e senza sorprese. Semplicemente adorabile è il ruolo che sostiene nel trittico dei Pane e amore, diretti da Luigi Comencini nel biennio 1953-54 e da Dino Risi nel 1955: è “Caramella”, un personaggio gioioso e dalla simpatia contagiosa, che tiene testa con arguzia e sapienza al compagno di scena Vittorio De Sica e alle affascinanti prime donne, Gina Lollobrigida (nei primi due) e Sophia Loren (nell’ultimo), ma mettendosi in rilevante posizione anche rispetto a tutti gli altri caratteristi che affollano le storie, risultando uno dei personaggi più amati della serie di successo. E’ grazie a questo personaggio che Tina Pica vince, nella stagione 1954-55, il prestigioso Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista per Pane, amore e gelosia.

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Sul set di “Pane,amore e fantasia” (1953), al fianco di Vittorio De Sica, nel ruolo di “Caramella”, che rimane, indelebilmente, uno dei più importanti della sua carriera.

La grande popolarità acquisita con questi film capisaldi della commedia all’italiana, conducono Tina Pica al traguardo di attrice protagonista assoluta con La nonna Sabella (1957) di Dino Risi e con il suo seguito La nipote Sabella dell’anno seguente. Sono i capolavori di Tina Pica, la quale delinea in maniera magistrale, il ritratto di una burbera, insopportabile ed autoritaria vecchietta che si intromette in tutte le questioni. Un piccolo grande gioiello, un piccolo grande monumento eretto alla straripante comicità e simpatia di Tina Pica che provoca un successo travolgente: piovono contratti e scritture nella seconda metà degli anni ’50, tutte da protagonista assoluta, in film leggeri ma dal successo assicurato. Zie d’America, sceriffe, duchesse, detective in pensione saranno il suo pane quotidiano, con titoli come Arriva la zia d’America, La sceriffa o Mia nonna poliziotto, ma anche qualche parte drammatica come nel riuscito Napoli, sole mio!, al fianco della sua grande amica Titina De Filippo. Addirittura nel 1959, la Pica entra in quella ristretta schiera di attori ad aver avuto il proprio nome nel titolo di un film, ovvero La Pica sul Pacifico. Al di là della consistenza o meno della pellicola, quella del nome nel titolo, era una pratica che aveva una certa considerazione nel cinema dell’epoca: la ebbe infatti innumerevoli volte Totò, la ebbe Peppino per sette volte, Fabrizi, Chiari e Macario per una e Renato Rascel per due volte.

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Insomma, Tina Pica ha lavorato con tutti i più grandi attori dell’epoca, come Totò, Vittorio De Sica e Peppino De Filippo, solo per citarne alcuni. I suoi personaggi e i suoi gesti sono rimasti impressi nei nostri ricordi. Si racconta che fosse ella stessa che metteva in bocca le parole da dire a registi e attori, così secca e minuta, ma con un vocione importante ed un grande temperamento. Tina Pica ha avuto due mariti, uno che l’ha lasciata vedova pochi mesi dopo le nozze; l’altro, un appuntato di Pubblica Sicurezza, è stato suo compagno di vita per oltre 40 anni. Tina Pica, fu per tutto il gotha del cinema italiano dell’epoca un’amica sincera, una dispensatrice di saggi consigli, nonché un’attrice dotata come poche. Ci pensò proprio Vittorio De Sica, con il quale era legata da una solidissima amicizia, a consegnarla alla leggenda, proprio con l’ultima apparizione cinematografica dell’attrice napoletana. Siamo nel 1963, anno in cui Tina Pica, riceve l’inaspettata proposto dal re dei registi. Vittorio De Sica la vuole come co-protagonista in uno dei tre episodi di Ieri, oggi, domani. Tina Pica recita magistralmente al fianco di attori del calibro di Sophia Loren e Marcello Mastroianni, precisamente nel terzo episodio, quello dello spogliarello della Loren. Il capolavoro di De Sica si aggiudicò l’Oscar come miglior film straniero nella stagione 1964, e fu un’enorme grande soddisfazione per Tina Pica, anche perché le sue gesta poterono essere apprezzate addirittura anche ad Hollywood.

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Locandina del film “La Pica sul Pacifico” (1959). Tanto fu il successo che la Pica ottenne nella seconda parte degli anni ’50, che arriva persino ad avere il proprio cognome all’interno del titolo di un film.

Insomma, cosa dire di più. Di Tina Pica rimangono inoltre, tante frasi sentenziose e perentorie simili a fucilate, lapidarie e solenni, che fanno parte ormai della storia del cinema italiano comico-brillante. Tra piccoli tocchi e parole quasi sussurrate in Filumena Marturano, o nei panni della governante del maresciallo “De Sica”, o nel ruolo della nonna burbera ma dal cuore d’oro de La nonna Sabella e de La nipote Sabella, l’attrice è eccezionale e sciorina una battuta dietro l’altra, tutte inesorabilmente efficacissime. Tina Pica è il classico esempio di come una caratterista del cinema italiano possa essere promossa sul campo a protagonista assoluta, caso più unico che raro nel mondo dello spettacolo.

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Vittorio De Sica erudisce Tina Pica, sul set del corto “Mara”, episodio del film corale “Ieri, oggi, domani”(1963), poi Oscar come miglior film straniero nell’anno successivo. In scena si riconoscono anche Marcello Mastroianni e Sophia Loren.

Domenico Palattella

 

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