Il produttore Vittorio Cecchi Gori, all’epoca in cui la titolarità dell’Impero cinematografico di famiglia era ancora in mano al padre Mario, convinse quest’ultimo ad uscire in sala per la prima volta a Natale. Siamo nel 1982 e per fare questo la scelta cadde su un film corale utilizzando 4 “pezzi da 90”, in quel momento sotto contratto (Celentano, Verdone, Montesano, Abatantuono). Ne nacque “Grand hotel Excelsior”, un film senza pretese, ma goliardico e divertente, animato da 4 leoni dello spettacolo, che si alternano efficacemente sul set senza pestarsi i piedi, regalandoci anche alcuni pezzi di bravura insieme, come il gran finale dell’orchestra filarmonica di Boston, sintesi estrema di comicità surreale e iperbolica. Semplice ma espressivo,immediato,diretto e privo di qualsiasi volgarità, il film è un vero e proprio cocktail di sketch, una spensierata cavalcata comica,una serie efficace di gag sparate a raffica e una magnifica carrellata di personaggi surreali. Si comincia da Taddeus, il burbero e antipatico direttore dell’albergo,alias Celentano, coinvolto suo malgrado,nelle vicende sentimentali della Vivaldi cliente troppo “affezionata”; poi Egisto Costanzi, strepitoso Montesano, cameriere , che fa credere alla figlia Adelina, che studia in Svizzera, di essere un potente e ricco uomo d’affari,quando a sorpresa verrà a trovarlo,dovrà improvvisare una esilarante messinscena; poi il pugile Pericle,un Verdone poco propenso agli allenamenti, più portato per gli appuntamenti galanti con una bella e dolce cameriera; e per finire “il mago di Segrate”ciarlatano impunito e impenitente, interpretato da un Abatantuono in splendida forma, nella sua caratterizzazione più riuscita, quella del “terruncello milanese”. Scritto e diretto da fini umoristi come Castellano & Pipolo il film si issa come campione di incassi della stagione 82/83.