Se l’anno prima con “I pompieri” e “Scuola di ladri”, Villaggio e Banfi avevano divertito le platee, ora con “Com’è dura l’avventura”(1987), vengono impiegati in una commedia “seria” con risvolti anche vagamente drammatici. Entrambi vengono utilizzati un semitono sotto le classiche caratterizzazioni di questi anni, e ne esce una commedia triste, dove comunque non mancano alcuni tocchi di comicità. Entrambi rendono al meglio e stavolta da “attori” più che da “comici” di navigata esperienza. E’ la storia di due poveracci , che per una truffa assicurativa, sono costretti a far affondare l’imbarcazione di un laido industriale ( un delizioso e cattivissimo Gastone Moschin ). Il finale, tristissimo (e qui proposto) di Banfi e Villaggio alla deriva nell’oceano, che parlano di Dio, dell’aldilà e della morte, dimostra le loro enormi potenzialità drammatiche. Un film sottovalutato, quasi sconosciuto, ma che merita ben più di una fugace occhiata.