“Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno”(1984), diretto da Mario Monicelli e tratto dagli scritti di Giulio Cesare Croce, ma anche di Fedro, Boccaccio, Geoffrey Chaucher, è uno dei film di ambientazione medioevale, più importanti del cinema italiano. Erano passati quasi vent’anni da quel capolavoro che fu L’armata Brancaleone quando Mario Monicelli portò sul grande schermo quest’altro film, a cui, inevitabilmente, l’epopea stracciona di Brancaleone da Norcia si ricollega. E il film segna tanti punti a favore: la pertinente e precisa ricostruzione d’epoca, il cast di lusso con Ugo Tognazzi e Alberto Sordi sugli scudi, l’atmosfera medievale anticonvenzionale, il linguaggio brullo e ruspante. Siamo agli inizi del ‘500 e quella narrata nel film è la storia di Bertoldo (Ugo Tognazzi), contadino povero e ignorante, che giunge alla corte di Re Alboino (Lello Arena) , con il figlioccio Bertoldino ( Maurizio Nichetti) e Fra’ Cipolla (Alberto Sordi), un curioso religioso imbroglione e cialtrone. Un grande film, al di là delle apparenze e delle numerose rozzagini volontarie del quale è pervaso.