“L’ora legale”, settima fatica del duo composto da Ficarra & Picone, è uno dei film comici più intelligenti degli ultimi vent’anni. Resterà questo film, resterà fra venti/trenta/quarant’anni, come documento storico-politico dell’Italia di inizio XXI secolo. Resterà come è rimasta la migliore commedia all’italiana del secolo scorso. Resterà perché finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di parlare della nostra realtà, ovviamente deformata attraverso una sguardo esilarante. Resterà perché il duo osa un finale amaro, profeticamente realista, come fossimo in una delle commedie all’italiana, di Sordi, di Gassman e perché no, anche di Franco Franchi & Ciccio Ingrassia. La grazie e la finezza comica sono state sempre loro prerogative, ma ne “L’ora legale”, a tutto ciò si aggiunge la capacità di raccontare abitudini e modi di essere collettivi del popolo italiano. Così facendo allargano lo sguardo sulla descrizione di un’intera comunità, dei suoi vizi e dei suoi tanti difetti, lontano anni luce ( in meglio ) rispetto alla favola buonista, meccanica e ripetitiva di un Siani a corto di idee. E la maniera in cui Ficarra & Picone si utilizzano è straordinaria e dimostra che dietro alla coppia, c’è una solida cultura comica, intelligente, raffinata, popolare. L’ora legale resterà in ogni caso un documento del momento storico-politico che stiamo attraversando, sospeso tra paura e speranza, tra la curiosità e il timore di scoprire qual è Italia che ci meritiamo davvero. Dalla sala si esce soddisfatti, per aver visto un “vero” film comico, come si facevano una volta, ma si esce anche con l’amaro in bocca, perché è un film che fa riflettere se siamo davvero così.