“Amici miei”(1975) è un film epocale, diretto da Mario Monicelli, ma ideato da Pietro Germi, che non poté dirigerlo a causa della sua prematura scomparsa. La storia dei cinque amici di mezz’età e delle loro “zingarate”, spesso, molto spesso divertenti, ma avvolte da un pizzico di amarezza. Cinque maschere burlone indossate per dimenticare il vero volto di esistenze ordinarie, in cui sono la mediocrità e la quotidiana normalità a farla da padrone. Perfetti i cinque protagonisti: l’architetto Melandri di Gastone Moschin; il giornalista Perozzi di Philippe Noiret; il barista Necchi di Duilio Del Prete; il Sassaroli, chirurgo annoiato interpretato da Adolfo Celi; e il Conte Lello Mascetti di un formidabile Ugo Tognazzi. Se le scene memorabili si susseguono nella sfilze delle burle clamorose che organizzano i cinque amici, ce n’è una che si eleva sopra le altre, una che è entrata nella memoria collettiva, qui proposta: la “zingarata” degli schiaffi ai viaggiatori affacciati da un treno in partenza dalla stazione di Firenze, assolutamente memorabile! Uno dei punti più alti del nostro cinema per uno degli episodi più celebri dell’arte cinematografica italiana.