Creati da Giovannino Guareschi per una serie di racconti, questi due personaggi hanno saputo dare concretezza e colore, nell’Italia del dopoguerra, a due delle anime più diffuse nell’immaginario della piccola borghesia nazionale, divisa dalle ideologie ma unita dal “buon senso delle cose concrete”. Don Camillo è il sanguigno parroco di campagna di Brescello, un paesino emiliano di quella “fettaccia di terra che sta tra il Po e l’Appennino”; Peppone è il sindaco, acceso comunista e nemico dichiarato della Chiesa: la loro convivenza è eternamente polemica, e la passione trascina spesso i due contendenti a far volare pugni, panche e tavole per difendere i loro argomenti, salvo poi aiutarsi a vicenda quando la necessità lo richiede, uniti da una profonda amicizia. Salutati da un immediato successo di pubblico, i due personaggi trovarono nuova fortuna trasferiti al cinema, e interpretati magistralmente da due grandi attori, Fernandel, attore francese ma di origine italiane interpretò Don Camillo; e Gino Cervi, invece interpretò il sindaco Peppone. I due attori sono quì, al meglio della loro carriera, capace di unire meravigliosamente maturità artistica e gusto del pittoresco. I due attori, che diventarono peraltro anche grandi amici dopo la prima esperienza comune, diretti dal regista francese Julien Duvivier, riuscirono con le loro sagome e la loro interpretazione a rendere al meglio l’esaltazione dell’amicizia e del buon senso, capaci di superare anche le barriere dell’ideologia che in quegli anni divideva l’Italia in due. Il pubblico vi si riconobbe e ne decretò il trionfo, tanto fu il successo che delle avventure di Don Camillo e Peppone, interpretati dai loro volti storici di Fernandel e Gino Cervi si contano 5 pellicole: “Don Camillo”(1952), “Il ritorno di Don Camillo”(1953), “Don Camillo e l’Onorevole Peppone”(1955), “Don Camillo monsignore…ma non troppo”(1961) e “Il compagno Don Camillo”(1965). I 5 film sono diventati, grazie al loro clamoroso successo di pubblico, le pellicole simbolo di quegli anni, e tra le pellicole più celebrate e famose al giorno d’oggi. Lo sketch qui proposto, è tratto dal terzo film della serie, “Don Camillo e l’Onorevole Peppone”, e più precisamente dalla scena finale, quella in cui Peppone si vede costretto a scegliere se iniziare una carriera da deputato a Roma o restare nel suo paesino in veste di sindaco, e solo all’ultimo saprà prendere la sua decisione dopo le struggenti parole del suo amico Don Camillo. E il film finisce con la voce fuoricampo che ne riassume l’essenza dell’amicizia che li lega, mentre ritornando a Brescello si sorpassano e risorpassano in bicicletta: “…ecco, ricomincia l’eterna gara nella quale ognuno dei due vuole disperatamente arrivare primo, però se uno dei due si attarda, l’altro lo aspetta, per continuare assieme il lungo viaggio fino al traguardo della vita”.